LATINO

cum contio advocata esset, C. Iunius, unus ex tribunis, Tempanium equitatem vocari iussit coram que ei “Sexte Tempani” inquit “quaero ex te putesne Gaium Sempronium consulem aut in tempore proelium commisisse, aut firmasse aubsidiis aciem aut ullum boni consuli perfecisse officium; et tune ipse, cum legiones Romanae victae essent, tuo consilio equitem ad pedes deduxeris restituerisque pugnam; deinde mun tibi atque equitibus aut consul ipse auxilio venerit aut miserit praesidium.
Haec pro virtute tua fideque, qua una hoc bello res publica stetit; dicere debes hodie; denique ubi C. Sempronius, ubi legiones nostrae sint; desertus sis an deserueris consulem exercitumque, victi denique simus an vincerimus”.
da Livio

ITALIANO

essendo stata consultata l’assemblea, C. Iunio, uno dei tribuni della plebe, ordinò che il cavaliere Tempanio fosse chiamato di fronte a lui e disse:”o Sesto Tempanio, ti chiedo se credi che il console Gaio Sempronio abbia iniziato in tempo il combattimento, se abbia rafforzato con sussidi la schiera o se abbia portato a termine ogni incarico da buon console; e tu stesso, essendo state vinte le legioni romane di tua iniziativa hai condotto a piedi la cavalleria e hai restituito la battaglia; poi ti chiedo se il console stesso sia venuto in soccorso a te e ai cavalieri o se abbia mandato presidi.
Queste cose devi dire oggi, in nome della tua virtù e fiducia, alla quale soltanto lo stato deve la sua salvezza, infine dov’è C. Sempronio, dove sono le nostre legioni, sei abbandonato e abbandonerai il console e l’esercito, e infine saremo vinti o vincitori?

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