Archivio di dicembre 2008

IN LATINO
Servo Androclo in circum introducto leo atrocissimus pepercerat; interrogatusque homo hanc rem mirificam narravit: “Ego in Africa inquis domini verberibus ad fugam coactus in arenarum solitudines concessi. Tum, dum sol flagrat, in specum remotam me penetro et recondo. Neque multo post ad specum venit hic leo, debili et cruento pede, gemitus edens et murmura dolorum vulneris significantia. Atque primo quidem conspectu advenientis leonis territus obstupui. Sed postquam leo videt me procul delitescentem, mitis et mansuetus accessit et pedem mihi ostendit ac porrexit. Ibi ego spinam ingentem, vestigio pedis haerentem, revelli, conceptamque saniem vulnere intimo expressi. Leo tunc mea opera et medela levatus, pedem in manibus meis posuit, inde recubuit et quievit; atque ex eo die triennium ego et leo in specu una viximus”.
IN ITALIANO
Un leone assai feroce aveva risparmiato il servo Androclo introdotto nel circo, interrogato l’uomo narrò questa meravigliosa storia: ” Io in africa, costretto dalle percosse del padrone alla fuga, mi nascosi nei deserti delle sabbie. Allora, mentre il sole brucia, entrai e mi nascosi una grotta nascosta. E non molto tempo dopo venne alla grotta questo leone, con una zampa ferita e sanguinante, emettendo un gemito e significativi mormorii dei dolori della ferita. E al primo cospetto del leone che arrivava mi coprìì atterrito. Ma dopo che il leone vide che io mi nascondevo, avanzò mite e mansueto e mi mostrò e porse la zampa. Qui io tolsi una grande spina, che si era conficcata nella pianta del piede, e feci uscire l’infezione che si era formata in fondo alla ferita. Il leone allora sollevato dalla mia opera e dal mio intervento, pose la zampa nelle mie mani, si sdraiò e riposò, e da quel giorno per tre anni io e il leone vivemmo insieme nella stessa grotta.

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