LATINO:
Cum in apparando acerrime esset occupatus, Carthaginienses bellum cum Romanis composuerunt. Ille nihilo setius exercitui postea praefuit resque in Africa gessit usque ad P. Sulpicium C. Aurelium consules. His enim magistratibus legati Carthaginienses Romam venerunt, qui senatui populoque Romano gratias agerent, quod cum iis pacem fecissent, ob eamque rem corona aurea eos donarent simulque peterent, ut obsides eorum Fregellis essent captivique redderentur. His ex senatus consulto responsum est: munus eorum gratum acceptumque esse; obsides, quo loco rogarent, futuros; captivos non remissuros, quod Hannibalem, cuius opera susceptum bellum foret, inimicissimum nomini Romano, etiamnum cum imperio apud exercitum haberent itemque fratrem eius Magonem. Hoc responso Carthaginienses cognito Hannibalem domum et Magonem revocarunt. Huc ut rediit, rex factus est, postquam praetor fuerat, anno secundo et vicesimo. Ut enim Romae consules, sic Carthagine quotannis annui bini reges creabantur. In eo magistratu pari diligentia se Hannibal praebuit, ac fuerat in bello. Namque effecit, ex novis vectigalibus non solum ut esset pecunia, quae Romanis ex foedere penderetur, sed etiam superesset, quae in aerario reponeretur. Deinde anno post praeturam, M. Claudio L. Furio consulibus Roma legati Carthaginem venerunt. Hos Hannibal ratus sui exposcendi gratia missos, priusquam iis senatus daretur, navem ascendit clam atque in Syriam ad Antiochum profugit. Hac re palam facta Poeni naves duas, quae eum comprehenderent, si possent consequi, miserunt, bona eius publicarunt, domum a fundamentis disiecerunt, ipsum exulem iudicarunt.

ITALIANO:
Mentre era febbrilmente occupato nei preparativi, i Cartaginesi posero fine alla guerra con i Romani. Egli nondimeno fu in seguito messo a capo di un esercito e continuò a fare guerra in Africa fino al consolato di P. Sulpicio e C. Aurelio. Durante il loro consolato infatti degli ambasciatori Cartaginesi giunsero a Roma per ringraziare il senato e il popolo Romano per il fatto che avevano stipulato la pace con loro, per donare loro, per questo motivo, una corona doro e, allo stesso tempo, per chiedere che i loro ostaggi stessero a Fregelle e restituissero i prigionieri. In base ad una decisione del senato a questi venne risposto che gradivano e accettavano il loro dono; che gli ostaggi sarebbero stati nel luogo che chiedevano; che non avrebbero restituito i prigionieri, poiché avevano ancora all’interno dell’esercito con pieni poteri Annibale, il peggiore nemico del mondo Romano, per opera del quale era scoppiata la guerra, e così suo fratello Magone. Conosciuto questo responso, i Cartaginesi richiamarono in patria Annibale e Magone. Quando tornò là, venne nominato re ventidue anni dopo essere stato generale: infatti come i consoli a Roma, così a Cartagine ogni anno vengono eletti due re. In questo incarico Annibale si dimostrò di pari diligenza a come era stato in guerra. Ed infatti fece in modo che dalle nuove tasse non solo derivasse il denaro da pagare ai Romani secondo l’accordo, ma anche che ne avanzasse da versare nelle casse statali. Quindi l’anno seguente, sotto il consolato di M. Claudio e L. Furio, giunsero a Cartagine degli ambasciatori da Roma. Annibale, pensando che fossero stati mandati per reclamare la sua consegna, prima che fosse data loro udienza in Senato, salì di nascosto su una nave e fuggì in Siria da Antioco. Reso noto questo fatto, i Cartaginesi inviarono due navi per arrestarlo, se riuscivano a raggiungerlo, confiscarono i suoi beni, distrussero la sua casa dalle fondamenta e lo misero fuorilegge.

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