LATINO:
Ubi turris altitudo perducta est ad contabulationem, eam in parietes instruxerunt, ita ut capita tignorum extrema parietum structura tegerentur, ne quid emineret, ubi ignis hostium adhaeresceret. Hanc super contignationem, quantum tectum plutei ac vinearum passum est, laterculo adstruxerunt supraque eum locum duo tigna transversa iniecerunt non longe ab extremis parietibus, quibus suspenderent eam contignationem, quae turri tegimento esset futura, supraque ea tigna directo transversas trabes iniecerunt easque axibus religaverunt (has trabes paulo longiores atque eminentiores, quam extremi parietes erant, effecerant, ut esset ubi tegimenta praependere possent ad defendendos ictus ac repellendos, cum infra eam contignationem parietes exstruerentur) eamque contabulationem summam lateribus lutoque constraverunt, ne quid ignis hostium nocere posset, centonesque insuper iniecerunt, ne aut tela tormentis immissa tabulationem perfringerent, aut saxa ex catapultis latericium discuterent Storias autem ex funibus ancorariis tres in longitudinem parietum turris latas IIII pedes fecerunt easque ex tribus partibus, quae ad hostes vergebant, eminentibus trabibus circum turrim praependentes religaverunt; quod unum genus tegimenti alils locis erant experti nullo telo neque tormento traici posse. Ubi vero ea pars turris, quae erat perfecta, tecta atque munita est ab omni ictu hostium, pluteos ad alia opera abduxerunt; turris tectum per se ipsum pressionibus ex contignatione prima supendere ac tollere coeperunt Ubi, quantum storiarum demissio patiebatur, tantum elevarant, intra haec tegimenta abditi atque muniti parietes lateribus exstruebant rursusque alia pressione ad aedificandum sibi locum expediebant. Ubi tempus alterius contabulationis videbatur, tigna item ut primo tecta extremis lateribus instruebant exque ea contignatione rursus summam contabulationem storiasque elevabant. Ita tuto ac sine ullo vulnere ac periculo sex tabulata exstruxerunt fenestrasque, quibus in locis visum est, ad tormenta mittenda in struendo reliquerunt.

ITALIANO:
Quando l’altezza della torre giunse al primo piano, incastrarono le travi del tavolato nelle pareti così che le estremitа delle tavole venissero protette dalla muratura esterna, affinchè nulla sporgesse a cui il nemico potesse appiccare il fuoco. Sopra questa travatura, per quanto lo permetteva il riparo del pluteo e delle gallerie, continuarono la costruzione con mattoni e sopra questo muro, non lontano dalle estremitа delle pareti, appoggiarono di traverso due travi su cui poggiare quella travatura che doveva essere di tetto alla torre. E sopra quelle travi posero perpendicolarmente dei travicelli che unirono con assi. Fecero questi travicelli un po’ più lunghi e sporgenti della parte esterna delle pareti in modo che fosse possibile appendervi stuoie per difendersi dai proiettili e respingerli, mentre sotto quel tavolato continuavano ad essere costruite le pareti. Coprirono la parte superiore dell’impalcatura con mattoni e fango perchè il fuoco nemico non potesse essere di danno e sopra vi gettarono imbottiture affinchè i proiettili scagliati con le macchine non rompessero la travatura o i sassi scagliati dalle catapulte non sconnettessero i muri. Poi con funi d’ancora fecero tre stuoie lunghe come le pareti della torre e larghe quattro piedi e, lasciandole pendere intorno alla torre, le legarono alle travi che sporgevano, dalle tre parti che davano sul nemico; questo era il solo genere di copertura esperimentato in altre circostanze che non poteva essere trapassato nè da dardo nè da proiettile. Quando invero quella parte della torre che era stata terminata fu coperta e protetta da ogni tiro dei nemici, portarono via i plutei per usarli in altro lavoro. A partire dal primo piano dell’impalcatura cominciarono a sollevare e a innalzare con leve il tetto della torre che faceva parte a sй. Quando lo avevano innalzato tanto quanto lo permetteva l’altezza delle stuoie, nascosti e protetti dentro queste coperture, costruivano le mura con i mattoni e di nuovo con un’operazione di leve creavano lo spazio per continuare l’edificazione. Quando pareva il momento di costruire un altro piano, come prima collocavano travi protette dalle estremitа dei muri e a partire da quella travatura di nuovo sollevavano il tetto e le stuoie. Così con sicurezza e senza alcun danno o pericolo costruirono sei piani e, dove parve opportuno, lasciarono nella costruzione alcune feritoie per il lancio dei proiettili.

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